Differenze tra BIOS e UEFI

Differenze tra BIOS e UEFI

Spesso parlando con amici e parenti che richiedono consigli e assistenza nel ripristino o formattazione di nuovi PC portatili o fissi, ci si trova a discutere sulla apparente difficoltà e “limitazione” dei nuovi sistemi di avvio dei PC chiamati UEFI.
Questo breve articolo per spiegare la differenza tra i vecchi BIOS e il sistema UEFI.
BIOS è acronimo di Basic Input Output System ed è il primo livello software che sta tra l’hardware e il sistema operativo. E’ la prima cosa che si “carica” all’avvio del PC e il suo scopo è di testare l’hardware e avviare il sistema operativo. Spesso avrete sentito dire POST del pc, Power On Self Test appunto.

Il Bios è indipendente dal sistema operativo e da all’utente la possibilità, seppur limitata, di interagire con la macchina. Dopo aver effettuato il POST, serie di comandi scritti nella ROM della scheda madre, viene letto l’MBR, master boot record che a sua volta avvierà il bootloader presente in una determinata partizione che a sua volta avvierà il sistema operativo. Possono essere presenti diversi bootloader a seconda della complessità e delle installazioni presenti. Bios è presente da più di 20 anni e proprio per via della sua età e del rapido evolversi dell’informatica, è ormai diventato vetusto e pieno di limitazioni. Una delle più grandi è proprio l’utilizzo del MBR che supporta dischi sino a 2 TB e con 4 partizioni.

Proprio per queste limitazioni è stato studiato l’UEFI. UEFI, Unified Extensible Firmware Interface, ha di fatto, sostituito il BIOS in tutti gli ultimi PC, dando la possibilità ad utenti e costruttori di poter sfruttare al meglio le ultime tecnologie. Esso supporta sino a 128 partizioni su disco tramite GPT, ma la cosa più importante è la possibilità di poter utilizzare dischi ben oltre i 2 TB. Uefi può infatti supportare sino a 8 ZB (zettabyte). Per capire meglio la grandissima differenza scriviamo le unità di misura a partire dal gigabyte; gigabyte, terabyte, petabyte, exabyte, zettabyte, yotabyte.

Uefi da anche la possibilità, grazie al suo essere modulare, di aggiungere nuove funzionalità ed essere sempre più compatibile. L’UEFI è quindi una rivoluzione necessaria. Il problema è comprenderlo e capirlo. Una delle critiche da appassionati e amici di vecchia data, sta nel fatto che spesso, con le proprie chiavette di installazioni di varie distribuzioni linux o Windows, Uefi ci nega la possibilità di installare il sistema operativo essendo la chiavetta creata nel vecchio formato MBR. Limitazione facilmente superabile ricreando la chiavetta in GPT con varie utility apposite. Altra “limitazione” è il secure boot.

Il secure boot si incarica infatti di impedire il caricamento di bootloader o driver non firmati con una firma digitale valida o non presente nel database della scheda madre impedendo di fatto l’avvio o esecuzione di sistemi terzi. Tutto questo è mirato a impedire a virus e malware di prendere possesso del sistema ancor prima dell’avvio, ma può creare problemi nel caso si volesse installare un sistema operativo da zero, altra lamentela degli “aficionados” del BIOS. Ovviamente il secure boot può essere disabilitato nel 99% dei casi. La tecnologia avanza e la necessità di sviluppare software capace di potersi interfacciare con nuovi sistemi hardware era d’obbligo. L’Uefi con la sua struttura modulare offre infinite possibilità e per moltissimi anni ancora verrà utilizzato. A noi il compito di capirlo per poter sfruttare al meglio le sue capacità che tutto sono tranne che limitazioni. Ai vecchi sostenitori del BIOS non rimane che adeguarsi e studiarlo.
Un saluto dalla InfoMain.

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